
Le ossa umane rinvenute sulla spiaggia di Sant’Agostino a Gaeta lo scorso 23 novembre 2022 risalgono al periodo dell’Età Antica.
I poliziotti del Commissariato di Gaeta intervenuti, coordinati dalla Procura della Repubblica di Cassino, avevano inizialmente scoperto dei femori. Il successivo intervento della Polizia Scientifica ha consentito di portare alla luce uno scheletro umano, quasi intero, completo di cranio.
L’analisi antropologica e odontologica dello scheletro
Lo scheletro si presentava in posizione distesa prona e la preservazione delle articolazioni lasciava intendere che si trattasse di una deposizione primaria e che la posizione non fosse accidentale.
L’analisi isotopica del radiocarbonio (C14) ha certificato che i resti appartengono ad un contesto storico archeologico piuttosto antico, riconducibili in particolare al periodo compreso tra il 154 a.C. e il 78 d.C.
Il cranio era integro, completo di mandibola e in ottimo stato conservativo, ma a causa di un lieve dismorfismo, non è stato possibile desumere dalla sola morfologia il sesso dell’individuo.
Un uomo di circa 60 anni
Ad ogni modo, da un’ulteriore valutazione del cinto pelvico, completo ma danneggiato, sono stati rilevati elementi morfologici con una lieve prevalenza maschili.
I dati sono stati confermati dall’approfondimento genetico: il relativo profilo genetico, seppur incompleto, ha rilevato infatti una netta presenza del cromosoma Y.
Lo stato conservativo del reperto permette una adeguata valutazione delle suture craniche, la cui saldatura completa è riconducibile ad un individuo adulto in avanzata età (circa 60 anni). È stato stabilito che l’individuo, di origine caucasoide, aveva un’altezza compresa tra 168 e 191 cm.
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