
Gli studenti dell’Istituto di Istruzione Superiore “Apicio Colonna Gatti” di viale Nerone, in zona Anzio 2, hanno incontrato questa mattina il Capitano dei Carabinieri della Compagnia di Anzio, Alessandro De Palma, per una “lezione-confronto” in materia di legalità.
Il capitano ha voluto incontrare i ragazzi per diffondere una concreta educazione alla cultura dei valori civili, con l’augurio di promuovere una maggiore sensibilizzazione delle coscienze. Per questo, ha affrontato tematiche quali bullismo, cyberbullismo, violenza sessuale, sicurezza stradale e truffe agli anziani: fenomeni che appaiono fortemente radicati nel nostro territorio.
Sul tema delle truffe in danno di anziani, l’ufficiale aveva già tenuto un incontro in materia di prevenzione lo scorso venerdì 7 ottobre, presso la chiesa parrocchiale “Assunzione Beata Vergine Maria” di Lido dei Pini – Anzio. Come in quella occasione, il capitano De Palma ha spiegato anche oggi agli studenti presenti le modalità attraverso cui i truffatori raggirano le persone anziane, con il fine di ottenere, da questi, denaro.
«Questi soggetti si presentano in borghese fingendo di essere operatori di forze di polizia per tentare i loro raggiri ma tenete bene a mente che i Carabinieri e le Forze dell’Ordine tutte non chiedono mai soldi e comunque non si presenterebbero mai al cospetto dei vostri nonni in borghese – ha spiegato il capitano Alessandro De Palma – Nel nostro lavoro, quando siamo in borghese si tratta sempre di particolari situazioni, che riguardano ad esempio l’arresto di criminali o spacciatori, che farebbero in tempo a fuggire o a nascondere la sostanza stupefacente se ci vedessero arrivare in divisa. Voi, per quel che potete fare in merito al contrasto di questo fenomeno dilagante è non condividere o postare sui social informazioni sulla vostra famiglia e sui vostri nonni, in modo da tutelarli qualora ignoti dovessero chiamarli o avvicinarli fingendo di essere voi o vostri amici. Trovando le informazioni in rete, è facile poi che queste persone facciano il vostro nome ad un anziano vostro parente, dicendogli magari che avete bisogno di soldi perché siete in una “fantomatica” situazione di pericolo, spingendo di fatto l’anziano a credere che si tratti davvero di voi e che davvero abbiate necessità di denaro. Aiutateci ad aiutarli. Possiamo insieme prevenire questa tipologia così odiosa di reati che va ad intaccare persone fragili come i nostri nonni».

Il capitano ha poi affrontato un’altra tematica sociale rilevante, che è quella del bullismo, collegandola anche al tema della violenza sessuale e specificando che per “violenza sessuale” non si intende quella che si manifesta esclusivamente attraverso atti fisici ma che rientrano nella fattispecie anche le violenze verbali e le minacce fatte mediante abuso di autorità.
«Spesso tra coloro che non accettano il rifiuto da parte dell’altro nel compimento di atti sessuali, ci sono proprio quei ragazzi che adottano comportamenti sociali ascriventi al bullismo – ha continuato a spiegare De Palma – Secondo le ultime statistiche, 1 giovane su 5, tra i 12 e i 18 anni, è, o è stato, vittima di bullismo. È importante per questo che anche a scuola (luogo dove il bullismo prevalentemente si manifesta, ndr) tutti voi “facciate la vostra parte”, denunciando o segnalando alle forze dell’ordine scene e fenomeni cui assistete, per aiutare in maniera concreta il vostro compagno/a vittima di bullismo o di cyberbullismo, che non è altro che bullismo manifestato in rete, mediante strumenti elettronici».
«Molte volte si ha paura a denunciare o a segnalare questi episodi alle autorità competenti. È normale averne – ha affermato – Dovete sapere però che qualora decideste di venire, ad esempio, in caserma dai Carabinieri a segnalare comportamenti scorretti e atti di violenza nei confronti di un vostro compagno di classe o di un vostro amico, voi, fonte della notizia, sarete tenuti al sicuro. Non andremo mai a bussare alla porta del “malvivente” dichiarando che siete stati proprio voi a fornirci il suo nome e la descrizione della situazione di cui è colpevole. Vi invito a parlare, a venircelo a dire, perché la colpa, come accade negli estremi casi in cui una vittima si suicida, per citare il più grave, non è solo dell’aggressore ma anche di chi era a conoscenza del fatto e ha taciuto. Non a caso, anche quando si parla di mafia, ricordiamo che è proprio il silenzio ad essere mafia, perché chi tace è complice».

Il capitano della Compagnia Carabinieri di Anzio si è confrontato con i ragazzi anche in merito al tema della sicurezza stradale, sottolineando l’importanza di indossare la cintura quando si è in auto. A tal proposito, ha evidenziato come molte persone, vittime di drammatici incidenti stradali, siano salve oggi proprio grazie alla cintura di sicurezza. «Non dovete pensare che indossare la cintura o pagare l’assicurazione dell’auto serva solo a evitare sanzioni amministrative da parte nostra – ha detto agli alunni – È importante farlo soprattutto per non rischiare la vita in episodi spiacevoli. Per non mettere a repentaglio la vostra, di vita, e quella delle altre persone».
L’augurio del capitano è che i ragazzi presenti oggi abbiano fatto tesoro, attraverso le varie tematiche affrontate, dei concetti di legalità e giustizia, rinnovando ancora una volta, sul finire dell’incontro, l’invito ai ragazzi a segnalare sempre gli episodi violenti e di bullismo, quando se ne è testimoni. Gli incontri di sensibilizzazione e in materia di educazione civica proseguiranno anche presso altri istituti scolastici del territorio.

di Laura Petrarca
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