
«Inutile girarci intorno, la società che doveva costruire e gestire il porto – la Capo d’Anzio – è al capolinea e c’è un solo responsabile: il sindaco Candido De Angelis.
È il suo più grande fallimento amministrativo e politico, con i debiti accumulati che ricadranno sui cittadini, a meno che la Corte dei Conti non si deciderà a fare luce sulla gestione».
Lo dice Giorgio Buccolini, rappresentante del movimento “Io Amo Anzio®”, che cita una serie di atti inequivocabili.
«Più di 3 milioni di euro di debiti secondo l’ultimo bilancio noto (2021), ennesimo presidente/amministratore che sbatte la porta e se ne va, soldi mai restituiti per l’escavo del canale di accesso e canoni concessori mai pagati alla Regione Lazio, che ha avviato la decadenza della concessione, “uscita dalla porta e rientrata dalla finestra”, perché ora la competenza è passata al Comune.
Resta il fatto che i canoni non sono mai stati pagati, Società non “bancabile”, tanto che le fideiussioni votate da quello che resta della maggioranza di De Angelis nessuno le ha concesse. Casse vuote, tanto che per pagare luce e acqua si chiedono i soldi in anticipo a chi ha i contratti di ormeggio, contenzioso con il socio privato Renato Marconi, con denunce reciproche. Aver ripreso il 100% delle quote (ma c’è ancora la Cassazione) non è sufficiente. Ormeggiatori cacciati, procedure sulle assunzioni che lasciano più di qualche dubbio.
Potrei andare avanti su altri punti, però mi preme sottolineare che il sindaco deve smetterla di scaricare responsabilità che sono esclusivamente sue – aggiunge Buccolini – Lui ha “inventato” la Capo d’Anzio come società pubblica, dicendo più di 20 anni fa che le quote dovevano essere dei cittadini.
Lui ha portato Italia Navigando con amministratore Marconi, dicendo che era una società pubblica e c’erano i soldi, invece non aveva un euro e Marconi era già socio di minoranza, cosa che ha provocato obiezioni dalla Regione Lazio, come si afferma in alcuni verbali di assemblea.
Lui era Sindaco quando è stato approvato il bilancio 2018 sul quale indaga la Procura, perché i conti prima erano in perdita e poi sono diventati miracolosamente in attivo. Lui ha cambiato tre presidenti tra generali, professori e magistrati, senza cavare un ragno dal buco.
La proposta? Vanno portati i libri in Tribunale, poi si vedrà come gestire l’esistente. Fare peggio della Capo d’Anzio è impossibile. Il sogno del porto pubblico è rimasto nel cassetto. De Angelis ha fallito».
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