
Su segnalazione pervenuta alla nostra testata, pubblichiamo la lettera di un genitore riguardo la “nuova regola” dell’istituto scolastico “Ardea II” sull’entrata e uscita degli studenti, secondo la quale i genitori devono accompagnare i propri figli dal cancello di entrata principale sino alle classi di appartenenza nel plesso, di fatto non rispettando la normativa dell’obbligo di vigilanza – da parte della scuola – sulla sicurezza e l’incolumità dell’alunno.
Le conseguenze della decisione dell’istituto rappresentano, per lo scrivente, il precursore di “importanti disagi a tutti i genitori che per poter andare al lavoro si sono gestiti i propri tempi, modi e la vita, usando come mezzo di spostamento il treno”.
La lettera del genitore
«Come già espresso, sia nella chat del Consiglio di Istituto, di cui sono membro, sia a voce, vista l’impossibilità di avere un dialogo sereno con i dirigenti scolastici, sono costretto a scrivere formalmente al plesso scolastico Ardea II e al Miur (per conoscenza), per poter quanto meno esprimere un opinione su decisioni che a poco più di un mese dalla chiusura della scuola sembrano quanto meno ingiustificate e che ricadono sulla vita degli studenti, genitori e insegnanti, che ne subiscono le conseguenze negative.
In particolare, mi riferisco alla decisione presa in Consiglio di Istituto, nel quale non ho potuto essere presente per impegni urgenti di lavoro, che non tiene minimamente conto delle problematiche che la nuova regola sull’entrata ed uscita degli studenti, emessa a questo punto dell’anno scolastico, crea.
Il dover accompagnare, nel caso in cui si abbiano due figli che frequentano due sezioni o anni scolastici diversi, e che si trovano nello stesso corridoio del plesso, prima da un ingresso e poi ad un altro, facendo fare tutto il giro del plesso scolastico, può e crea importanti disagi a tutti i genitori che per poter andare al lavoro si sono gestiti i propri tempi, modi e la vita usando come mezzo di spostamento il treno.
Questa regola di fatto sta precludendo a tutti i pendolari – che fin ora si sono organizzati con le proprie famiglie, nei tempi e nei modi – di poter arrivare in sicurezza alla stazione del treno di Campo di Carne, unico modo per poter raggiungere Roma entro le 9.30 del mattino e di poter quindi essere puntuale al lavoro.
Ritengo sia una regola che discrimina nella maniera più assoluta, per primi gli studenti, per poi passare a tutti quei genitori che si ritrovano e si ritroveranno con il rischio di arrivare tardi al lavoro ogni mattina ma anche tutti gli insegnanti, nel caso delle uscite in special modo, che dopo aver finito il loro splendido lavoro giornaliero, si ritroveranno a dover aspettare genitori che prenderanno i bambini in ritardo.
Io mi chiedo: il rispetto per questi insegnanti, che magari abitano anche lontano, dove lo abbiamo? Sono convinto, e credo, che la scuola debba formare innanzi tutto l’individuo, ma queste decisioni prese in maniera totalitaristica senza poterne parlare con tutti i genitori, non avviino a questo processo educativo e formativo ma facciano tuttavia in modo di far vivere la scuola come un luogo di repressione del libero pensiero e della libera Democrazia.
Stante tutto questo, e visto che le decisioni che si prendono non sono sindacabili, anzi dai toni in cui sono emesse direi autoritarie, credo sia giusto che la scuola si prenda le sue doverose responsabilità, nel merito credo sia obbligo del Dirigente Scolastico prendersi la responsabilità della custodia di tutti gli studenti, dall’ingresso del cancello principale fino ad accompagnarli alle proprie classi, permettendo così ai genitori di avere la possibilità di andare al lavoro in totale serenità.
Ricordando anche che la sicurezza e l’incolumità dell’alunno è un diritto superiore ad ogni considerazione di risparmio e contenimento della spesa (Cass. n. 6635/1998) e che il percorso all’interno dell’istituto, dal cancello principale fino alle classi di appartenenza, deve essere garantito da DS, DSGA e personale ATA, è naturale aspettarsi che i bambini nel momento dell’ingresso al cancello scolastico e quindi nell’area dell’istituto, siano sotto ogni responsabilità affidati al controllo del personale preposto.
Ci tengo a specificare che il consiglio di istituto non ha approvato che gli alunni, ad un mese dalla chiusura della scuola, debbano entrare in ingressi diversi. Cosa che per alcuni genitori, specialmente i pendolari che devono prendere il treno per recarsi al lavoro, può e crea di sicuro un disagio – come specificato nella lettera – ma questa decisione non è stata discussa durante il consiglio.
Detto questo però, rimango ancora più perplesso sul fatto che le decisioni vengano prese in maniera autonoma e autoritaria, scavalcando di conseguenza il consiglio di istituto, che per sua natura deve rappresentare tutto il sistema sociale che gira intorno alla scuola stessa.
Credo che la scuola debba includere il dialogo tra tutte le parti per poter essere un punto di riferimento ma questa gestione fa tutt’altro: anzi, quello che dimostra è un freno alla crescita sociale e formativa degli studenti, dà spallate alla discussione democratica e costruttiva (ma la scuola non dovrebbe fare il contrario?) e con queste decisioni univoche non facilita la serenità dei genitori che ogni giorno devono fare salti mortali per poter raggiungere il posto di lavoro in sicurezza.
Spero che ci sia un cambio di mentalità per poter avviare un percorso utile alla crescita dello studente e che la scuola diventi il centro principale di scambio anche per tutti i cittadini e per far questo c’è bisogno che si cambi dall’interno, partendo da chi in questo momento è a capo della gestione scolastica».
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Comment on “I.C. Ardea II, un genitore: «La vigilanza sui nostri figli è obbligo del personale scolastico»”
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