
I due comuni del litorale sud di Roma “locale” di ‘ndrangheta, Anzio e Nettuno, sono stati sciolti per infiltrazioni mafiose. Lo ha deciso il Consiglio dei ministri convocato nella serata di ieri.
L’inchiesta antimafia “Tritone” aveva portato, lo scorso 17 febbraio, all’arresto di 65 persone legate alla ‘ndrina, tra le quali figurano anche esponenti comunali e imprenditori delle due cittadine del litorale sud di Roma. In particolare, la “succursale” di Anzio e Nettuno è meglio conosciuta come “distaccamento” della locale di Santa Cristina d’Aspromonte, in provincia di Reggio Calabria, e di Guardavalle, in provincia di Catanzaro.
Dopo il lavoro delle commissioni d’accesso su Anzio e Nettuno, nominate dall’allora prefetto – oggi ministro – Matteo Piantedosi per l’attività di verifica e di indagine sui comuni sopracitati per traffico di stupefacenti, detenzione di armi e racket delle estorsioni, ieri sera è arrivata in consiglio la pronuncia sulla decisione di scioglimento dei due comuni.
Con la conclusione delle indagini il 19 ottobre da parte della Direzione Distrettuale Antimafia, l’avviso è stato destinato a ben 66 persone coinvolte nell’inchiesta della Procura capitolina. Dalle intercettazioni telefoniche erano peraltro emersi condizionamenti durante le campagne elettorali che hanno portato all’elezione a sindaco di Candido De Angelis ad Anzio e di Alessandro Coppola a Nettuno.
Il Comune di Nettuno era già stato commissariato a seguito della caduta del centrodestra al governo. Ad Anzio, invece, il sindaco De Angelis era rimasto in carica. Ora, la prefettura nominerà le tre figure commissariali che reggeranno le due amministrazioni per almeno 18 mesi.

di Laura Petrarca Foto di David Nicolò © All rights reserved
Comments on “Anzio e Nettuno, sciolti i due comuni per infiltrazioni mafiose”
Comments are closed.